A SCUOLA
sui Sentieri della Comunità Montana "Val Sarmento"
IL TORRENTE SARMENTO
Questa Comunità Montana prende il nome dal Torrente Sarmento che la attraversa in tutta la sua lunghezza.
Il torrente Sarmento nasce da due sorgenti sul versante Sud e Nord di Serra di Crispo: Pitt a Curc' e Lago Duglia. Queste due sorgenti danno origine al Canale Cugno dell'Acero e Canale Duglia che si congiungono in corrispondenza della Frazione Casa del Conte di Terranova di Pollino prendendo il nome di Sarmento.
Il Sarmento ha un andamento da Sud verso Nord-Nordest e per lunghi tratti assume il tipico aspetto delle fiumare del Sud Italia dal letto larghissimo e asciutto in superficie da giugno a gennaio.
Il letto del Sarmento è divenuto così solo pochi secoli fa. Prima era quasi completamente ricoperto da una fittissima foresta planiziale e la moltissima acqua che oggi scorre sotto la ghiaia era costretta a crearsi una “via” sufficientemente profonda e larga da permetterne anche, con estrema probabilità, la navigabilità alle imbarcazioni fluviali di allora almeno sino all'attuale bivio per Cersosimo e San Paolo Albanese.
Nel Comune di Noepoli, sede della Comunità Montana, esiste ancora oggi circa un ettaro di foresta planiziale. Lo scorso anno quasi tutti gli alberi più grandi sono stati tagliati, ciononostante se si osserva con attenzione questa piccolissima superficie boschiva si ha l'immagine di ciò che era il letto del Sarmento.
Poco più a valle di questo preziosissimo boschetto, a monte del ponte per San Giorgio Lucano MT (6° comune della Val Sarmento, anche se non fa parte di questa Comunità Montana), una diga sotto alveo recentemente costruita fa emergere l'acqua che scorre sotto la ghiaia. Quest'acqua verrà convogliata nel lago di Senise PZ non appena verrà terminata una galleria che si sta costruendo a tale scopo.
Il Sarmento confluisce nel fiume Sinni a Sud di Colobraro MT, poco ad Est del lago di Senise PZ e pochissimo ad Ovest rispetto a Valsinni MT. Il Sinni, l'antico Siris, nasce dal Monte Sirino nei pressi dell'uscita di Lauria Nord dell' autostrada Salerno – Reggio Calabria e, dopo circa 100 Km, sfocia nel Mar Ionio fra Policoro MT e Nova Siri Scalo MT.
I COMUNI DELLA COMUNITA' MONTANA “VAL SARMENTO”
I comuni appartenenti a questa Comunità Montana sono 5, con un numero complessivo di abitanti ufficialmente residenti inferiore alle 5.000 persone e con una densità di abitanti bassissima, circa 18 per Kmq . In ordine da Nord verso Sud: Noepoli, Cersosimo, San Paolo Albanese, San Costantino Albanese e Terranova di Pollino. Eccetto Noepoli e l'Antico “Cersosimo” sono tutti paesi sorti intorno al 1600.
Terranova di Pollino ha sempre portato nel suo nome la sua giovane età infatti nel 1700 si chiamava Terranovella della Montagna di Basilicata, successivamente prese il nome di Terranovella di Noia (antico nome di Noepoli) e dopo l'unità d'Italia ha preso il nome attuale.
San Paolo Albanese (che prima si chiamava Casalnuovo Lucano) e San Costantino Albanese sono stati fondati da gruppi di profughi albanesi provenienti da Corone dopo che questa fortezza fu conquistata dai Turchi nel 1534. Gli abitanti di questi due comuni hanno conservato la lingua, i costumi, i riti, le capacità artigianali e le usanze degli albanesi di allora. Sono di rilevante interesse culturale il Museo della Cultura Albanese sito in San Paolo e la chiesa parrocchiale di San Costantino. In ambedue i comuni le celebrazioni liturgiche si svolgono secondo il rito bizantino.
Noepoli, l'antica Noia, è sorta intorno al VII –VIII secolo a.C. come insediamento Enotrio-Lucano. Le prime testimonianze scritte risalgono al Medioevo e quasi tutto il centro storico ne è espressione.
Cersosimo si estende in due ben distinti rioni ai piedi della collina Castello. Questa collina sembra un grandissimo castello per le pendici quasi a picco sull'attuale centro abitato. Su questa collina (m. 723 s. l. m.) intorno al IV secolo a. C. sorgeva un abitato lucano fortificato e grazie agli scavi effettuati è possibile osservare una porta monumentale, delle fondazioni di strutture abitative a pianta quadrangolare e grandi anfore utilizzate per contenere derrate alimentari che si sono conservate perchè il tetto delle abitazioni è crollato su di esse.
In tutti questi piccoli centri abitati è utile e gradevole non solo trascorrere giornate di vacanze per i paesaggi, la gastronomia, la tranquillità, l'aria pura e tante altre cose belle, ma anche FARE SCUOLA. Questi piccoli paesi possono diventare ancora di più luogo di studio, di conoscenza e di esperienza, perchè qui è più facile scoprire, imparare a leggere l'immenso patrimonio culturale e naturalistico che vi è presente.
Qui tantissimi stimoli ci faranno parlare di ambiente, di EDUCAZIONE AMBIENTALE e sono tante le radure interessanti, belle ed accoglienti ove insieme si possono vivere davvero piccole esperienze di Educazione Ambientale col proposito di realizzarne altre nella nostra città.
Certamente, dopo aver studiato questi piccoli paesi e ciò che li circonda, sarà più facile comprendere le realtà in cui si vive abitualmente incredibilmente più complesse e in continua evoluzione.
LE RISORSE NATURALISTICHE DELLA COMUNITA' MONTANA
Le più importanti risorse naturalistiche del Parco Nazionale del Pollino sono ubicate nel territorio della Comunità Montana “Val Sarmento”.
Il Massiccio Montuoso del Pollino è straordinario a livello internazionale per l'estrema variabilità del territorio e per la grandissima biodiversità sotto l'aspetto faunistico e vegetazionale che va dalla macchia mediterranea lungo le coste, all'associazione Abete Bianco-Faggio, alle praterie d'alta quota, ai Pini Loricati (albero simbolo del Parco Nazionale del Pollino) relitto dei periodi glaciali. Infatti, le zone più alte intorno ai 2.000 m. (formate da rocce calcaree dolomitiche) sono state modellate dalle glaciazioni, fenomeno poco comune al 40° parallelo dell'emisfero Nord della Terra. Le zone intermedie (formate in gran parte da argille, marne sedimentarie e depositi alluvionali) vengono modificate dagli agenti atmosferici e sono ancora in parte ricoperte da fitti giovani boschi. In alcuni punti della zona intermedia emergono rocce magmatiche e cuscini di lava di vulcani sottomarini. Alla base le spiagge del Mar Ionio e del Mar Tirreno. Tutto questo è concentrato in una superficie con un raggio di 20 –30 Km.
Molte di queste risorse non sono attraversate dai sentieri realizzati con questo progetto. Vengono citate sia per una più completa informazione sia perchè se ne tenga dovuto conto in un futuro progetto che, come questo, non richiederà (salvo piccole eccezioni di ripristino o di adeguamento all'utilizzo turistico-didattico) una realizzazione fisica dei sentieri.
In tutto il Parco sono ancor oggi esistenti ed agibili moltissimi chilometri di sentieri, diversi tipi di strade e persino il tracciato di una ferrovia a 1.600metri di quota la Rue Pink. Oggi è agibile per tutto il suo lungo percorso in zone di eccezionale interesse paesaggistico e naturalistico-ambientale. Fu costruita fra la prima e seconda guerra mondiale con il 3% di pendenza da dietro Serra di Crispo a sotto Serra Dolcedorme. E' stata utilizzata per trasportare innumerevoli tronchi di faggi, aceri e abeti alla stazione di partenza di una gigantesca teleferica che dal bosco della Fagosa trasportava il legname alla stazione di Spezzano Albanese CS da dove veniva smistato in tutta Italia.
Sul Pollino e in Val Sarmento sono presenti tantissimi altri segni che testimoniano i molti secoli di attività umana su questi monti e in queste valli. Per poterli utilizzare, quasi sempre, basterà solo una corretta ed adeguata segnalazione onde permetterne una più semplice e più completa godibilità anche culturale.
A seguire si elencano le risorse paesaggistiche e ambientali importanti a livello internazionale che sono ubicate nel territorio della Comunità Montana.
LE PARETI OVEST E SUD DI SERRA DELLE CIAVOLE (2.130 m) con tantissimi Pini Loricati piccoli, millenari e secchi, tutti spettacolari, quasi tutti fotografati più volte, dalle forme incredibili che si fanno osservare ogni volta con sempre maggiore attenzione.
LA PARETE OVEST-NORDOVEST DI SERRA DOLCEDORME (2.267 m la cima più alta del Parco) con uno spettacolare sentiero che la attraversa in diagonale permettendo di osservare da mezza costa, fra piccoli e fitti faggi che faticosamente tentano di salire verso la cima, i Piani del Pollino rifiniti nella fisicità attuale dalle ultime glaciazioni wurmiane.
Su questa parete sono evidentissime le forme tipiche di un ghiacciaio. In alto, addossato alla parte ancora non ricoperta da vegetazione arborea, vi era il nevaio; quasi al centro della Fossa del Lupo, l'ombelico del ghiacciaio; il bordo di questa Fossa (adesso ricoperto da una folta faggeta) era la soglia glaciale. Infine nel Piano di Toscano a circa 1.775 m. vi sono due serie di piccoli archi perfettamente paralleli, testimonianza delle ultime due morene terminali degli ultimi 2 ghiacciai.
LA PERETE NORD DEL MONTE POLLINO (2.248 m.) con un'evidentissima nicchia glaciale.
SERRA DI CRISPO (2.053 m.) ricade interamente nel territorio della Comunità Montana. E' la quinta cima in ordine di altezza ed è la più spettacolare serra del Parco. Paesaggi stupendi. Pini Loricati di tutte le forme, di tutte le età, alcuni sembrano piccolissimi neonati, ma in realtà hanno più di 10 anni e i più grandi ne hanno anche più di 1.000.
Grandi cuscini di ginepro nano, praterie d'alta quota. Il tutto su roccia calcarea dolomitica che appare a tratti e si fa osservare per le diversissime forme che ha assunto per l'erosione e per i fiori e le erbe che ospita nelle piccole fessure.
Dalla cresta di Serra di Crispo, in questo scenario stupendamente indescrivibile, si mostrano verso Nord: la Valle dell'Orso, Timpa e Pietra Castello, le Gole della Garavina, Terranova di Pollino, tutta la Valle del Sarmento con San Paolo Albanese, Noepoli e San Giorgio Lucano, in lontananza tutta la Piana di Metaponto e l'intero Golfo di Taranto. Verso Est l'alta Valle del Raganello con l'importantissima parete Sud della Falconara, le frane di Bellizzi, l'immensa Timpa San Lorenzo con le Gole del Raganello, parte della Piana e l'intero Golfo di Sibari.
I colti greci che giunsero su queste coste intorno al VII secolo a. C. si trovarono di fronte questi monti luminosissimi, gli apparvero più alti del loro Monte Olimpo e, grande differenza, ogni estate si popolavano di animali e pastori che ogni autunno riportavano a valle formaggi profumatissimi e prelibati, erbe medicinali e cacciagione. Pian piano, quando conobbero a sufficienza questi monti, non poterono far altro che dedicarlo ad Apollo, il loro dio più amato, dio del sole, della medicina, dio di tutte le cose belle e protettore dei viandanti e dei marinai.
E' naturalmente stupendo anche ciò che si vede verso gli altri punti cardinali.
In mezzo a queste pareti e a queste cime ci sono I PIANI DI POLLINO (interamente nel territorio della Comunità Montana) ove il paesaggio presenta un elevatissimo valore estetico, scientifico e antropico per l'accumulo di materiali morenici, per le corone di faggete che tentano di salire sulle cime, per i Pini Loricati assediati e spettacolari, per il variare delle stagioni e per i segni delle attività umane che si svolgono quassù ogni estate da alcuni millenni.
IL PINO LORICATO in dialetto si chiama la Pioca che significa la Luce. Per questo è stato venerato da quasi tutti i pastori e i contadini che hanno vissuto e stanno finendo di vivere nelle valli e nelle pianure intorno a questi monti.
Alcuni pastori hanno dovuto ferire vistosamente i tronchi dei pini loricati lungo i sentieri per estrarne dei pezzi che a valle venivano ridotti in “schierd'” (simili a grandissimi stuzzicadenti) che, per secoli, hanno illuminato la cucina per il tempo strettamente necessario ad apparecchiare le misere tavole.
Questi pezzi di tronco non erano barattabili con nessun altra cosa al mondo, si potevano donare, non erano vendibili perchè “la luce non si vende!”.
La luce per tantissimi uomini e donne del Pianeta Terra rappresenta Dio.
“Il Pino Loricato
plurisecolare
in alto
nel vento e nella luce
nel freddo e nel caldo sole
ben difeso da spesse squame
e da foglie fitte, robuste e pungenti
Argenteo
pietra
più pietra delle pietre in cui vive.
Il Pino Loricato
in alto nel cielo
a sfidare Giove
senza soccombere ai suoi fulmini
riportando solo le ferite
di questa lotta
col divino e l'eterno…”
(D.Bruno)
TANTI BOSCHI in cui vivono oltre 60 tipi di alberi fra cui Faggi e Abeti Bianchi, diversi tipi di Aceri e di Querce, Pioppi, Maggiociondoli, diversi tipi di Sorbi, Frassini e moltissimi altri.
TIMPA DELLE MURGE è descritta dettagliatamente a pag. 10 per far comprendere quante possibilità di fare scuola esistono sui sentieri della Comunità Montana “Val Sarmento”.
LA SORGENTE CATUSA è la più suggestiva del Parco. L'acqua gelida e leggera sgorga sotto e fra grandi massi di granito terribilmente straziato e ricoperto da muschi che hanno conquistato quasi tutta la sua superficie. Altissimi e monumentali piante di Faggio fanno ombra a questo meraviglioso scenario da favola.
LA FALCONARA prende il nome dai falchi che numerosi nidificano su di essa. E' un immenso blocco calcareo dolomitico di roccia stratificata che emerge dalle argille circostanti con una inclinazione di circa 35 gradi. Si è formato durante il Periodo Cretaceo (135 – 190 milioni di anni fa) nel fondo del Mar di Tetide sorto oltre 500 milioni di anni fa i cui resti oggi sono il Mar Caspio, il Mar Nero e il Mar Mediterraneo.
Tutta la Falconara è interessantissima per i paesaggi straordinari, per la piccola parete Nord ove la roccia è piegata ad esse e per la straordinaria ed unica parete Sud.
Questa parete ha forma triangolare è quasi a picco ed è alta oltre 250 m. Il vertice è la cima più alta della Falconara (1656 m s. l. m.).
Alla base c'è una grande frana che ne libera circa 20 cm l'anno, specialmente in corrispondenza dell'angolo Ovest.
Qui grandi e piatti massi di roccia calcarea sono addossati alla parete. Se li osserviamo con attenzione, ci accorgiamo che non è stratificata, la facciata verso di noi presenta tante protuberanze, quella verso la Falconara è liscia, ha un andamento ondulato e le ondulazioni combaciano perfettamente con la superficie della Falconara. Su queste superfici lisce sono evidentissime delle incisioni longitudinali (strie) realizzate dal movimento. Movimento che per l'attrito ha sprigionato tantissimo calore da fondere la roccia calcarea lungo le superfici di scivolamento (specchio di faglia).
Di fronte a questo specchio di faglia le forze interne della Terra ci appaiono in tutta la loro straordinaria potenza e, basta alzare lo sguardo, per comprendere anche le forze esterne. Infatti, dopo alcune decine di anni le strie non ci sono più, dopo molte decine di anni non c’è più lo specchio di faglia, riappare la stratificazione e pian piano la parete non è solo color grigio, ma strisce di vegetazione si colorano in modo diverso a seconda delle stagioni e i falchi nidificano sulle sporgenze.
LE PEONIE E UNA STRADA STUPENDAMENTE PANORAMICA
San Paolo Albanese è collegato ad Alessandria del Carretto CS con una strada provinciale. Questa strada da San Paolo sale, senza raggiungerne la cima, verso monte Carnara (1.282 m s. l. m.). Da qui sino al Timpone della Serra (1.118 m) è tracciata quasi per l'intero percorso lungo la cresta dei monti che fanno da spartiacque fra il tratto intermedio della valle del Sarmento con l'Alto Ionio Cosentino.
Il panorama è stupendo:
verso Est tante colline e ai piedi la costa del Mar Ionio fra Rocca Imperiale CS e Trebisacce CS;
verso Sudovest le cime più alte del Parco Nazionale del Pollino in tutta la loro
spettacolarità specialmente in autunno, inverno e primavera;
nel cielo azzurro volano Corvi Imperiali sino a che non giunge qualche Nibbio e altri rapaci che, dopo aver allontanato i corvi, fischiano per far muovere le prede sui prati sotto di loro.
La superficie dei prati alle pendici Est di monte Carnara, vicinissimo alla strada, per 10-15 giorni intorno alla fine di maggio si colorano anche di un intenso rosso purpureo. E' la Peonia Peregrina che fiorisce e ci invita a venire quassù per ammirarla e godere di lei e delle cime del Pollino ancora innevato, dell'azzurro del cielo e dello Ionio, degli infiniti colori dei prati.
Sensazioni profonde e gradevoli attraversano tutto il nostro corpo dopo essere entrate dai nostri occhi, dalle nostre orecchie, dal nostro naso, dalla nostra bocca e dalla nostra pelle.
LE BALZE DEL SARMENTO sono delle zone pianeggianti sui dirupi che costeggiano il Sarmento fra San Costantino e Noepoli. Questa parte del territorio della Comunità Montana e la zona sottostante San Paolo e Cersosimo è quasi tutta formata da depositi alluvionali, trasportati a valle dal Paleo Sarmento e dal Paleo Sinni. La zona pianeggiante verso Nord è coperta dal bosco Farneta che è tagliato da alcuni canali che in occasione di abbondanti piogge riversano sul greto del Sarmento grandi quantità di detriti formando dei conoidi alluvionali che vengono erosi completamente solo in occasione di gigantesche piene.
Alcune balze erano sede di piccole aziende agricole e dal Sarmento si intravedono case e piccoli oliveti. Sulle balze più grandi sono attive ancora delle aziende agricole.
I SENTIERI DELLA COMUNITA' MONTANA
La Comunità Montana “Val Sarmento” ha più volte risistemato molte strade e sentieri specialmente nei pressi dei centri abitati e delle frazioni.
Quest'ultimo progetto è intervenuto su oltre 20 fra strade di diverso tipo e sentieri già esistenti aggiustandoli ove era necessario e segnalandoli sul terreno.
Tutti insieme questi “sentieri” superano i 50 Km e collegano fra loro tutti i comuni della Comunità Montana. Il loro tracciato permette un utilizzo molto diversificato e fa godere quasi tutte le risorse paesaggistiche, naturalistiche, ambientali e antropiche di cui è ricchissima questa piccolissima Comunità Montana.
Sono tantissimi i tratti panoramici verso valle e verso monte, sono tantissimi i punti panoramici che pur non essendo paragonabili a quelli delle alte quote del Pollino sono lo stesso interessantissimi e bellissimi per ciò che permettono di osservare.
Questi sentieri attraversano boschi di diverso tipo, passano vicino a sorgenti, attraversano paesi, costeggiano terreni agricoli più o meno abbandonati, oliveti, castagneti, vigneti ed ex vigneti, piccoli allevamenti di bovini, ovini e caprini, tanti ex seminativi e alcuni seminativi. Passano vicino a chiese, cappelle più o meno grandi, case coloniche e masserie, agriturismi e lungo il greto del Sarmento vicino ai resti di antichi mulini ad acqua e fornaci spesso invisibili perchè coperti da rovi.
Eccetto che per alcuni brevi tratti, che hanno comunque un'alternativa, e per condizioni atmosferiche particolarmente avverse, questi sentieri sono percorribili in tutti i mesi dell'anno ciò rende ancor più facile la conoscenza e il godimento di quella che è come per il Parco Nazionale del Pollino la principale caratteristica di questa Comunità Montana: una grande varietà del territorio collegata quindi ad una elevata biodiversità anche culturale.
FARE SCUOLA SUI SENTIERI DELLA COMUNITA' MONTANA
Questi “sentieri” o tratti di questi sono utilissimi per fare scuola sul campo.
Tutte le realtà al di fuori delle mura scolastiche, se sapute utilizzare, sono ideali per rendere incredibilmente più proficuo qualunque tipo di apprendimento.
Quasi sempre, all'inizio dell'anno scolastico studiare sul campo un piccolo capitolo della materia che si dovrà poi studiare durante l'anno, fa sì che gli alunni riescono meglio a comprendere, interpretare e contestualizzare ciò che altrimenti rimarrebbe, nella migliore delle ipotesi, una conoscenza quasi esclusivamente astratta e mnemonica.
Alla fine di questa relazione si riporta la descrizione di una “visita didattica”, se ne possono fare centinaia su argomenti e sentieri diversi.
Ogni visita didattica ha quasi sempre un argomento principale che può essere:
la tettonica a zolle;
il sorgere e lo svilupparsi di un centro abitato;
il clima;
il ciclo dell'acqua;
la vita di un albero e di un bosco;
gli animali che vivono nel Parco e i problemi di convivenza con le
attività umane;
le rocce calcaree dolomitiche con la loro formazione e la loro erosione;
i cuscini di lava;
i vulcani e i terremoti;
i diversi modi di celebrare la messa e il matrimonio;
le tantissime usanze;
le più diverse attività umane e molti altri.
L'argomento principale lo è solo perchè sul campo è il più evidente. Ma sul campo, osservandolo bene, se ci si va per fare scuola, ci si accorge che gli argomenti che si possono affrontare sono infiniti.
Sono tanti gli stimoli ad uno studio più gradevole e proficuo sotto tutti gli aspetti.
Sono tantissimi gli approfondimenti che sorgeranno nel prosieguo dell'anno scolastico.
Qui di seguito si descrive solo una“passeggiata”. Dalla semplice descrizione, dai nomi dei luoghi e degli animali e dalle piccole o grandi realtà che vengono citate si può avere l'idea di quanta SCUOLA si può fare sui sentieri della Comunità Montana “Val Sarmento”. Con un po’ di immaginazione ci si può rendere conto di quanta scuola si può fare incredibilmente meglio uscendo almeno qualche volta e all'inizio dell'anno scolastico dai muri della scuola, poco o molto fuori dalla propria città.
TIMPA DELLE MURGE
DATI TECNICI:
Dislivello: 200 m circa;
Lunghezza del percorso: circa 4 Km;
Difficoltà: salita non impegnativa eccetto brevi tratti con ghiaia;
Durata: 3 – 4 ore;
EQUIPAGGIAMENTO:
scarpe da ginnastica non leggere o scarponcini comodi, calzoni lunghi, camicia a maniche lunghe, giacca a vento, copricapo e chi ce l'ha binocolo e macchina fotografica.
PERICOLI:
i soliti della montagna, ma in situazioni temporalesche essendo possibile la caduta di molti fulmini si è sicuri solo in autovettura.
La “passeggiata” si svolge sul tratto finale del Sentiero Catusa – Casa del Conte che percorreremo all'andata in senso inverso. Quando inizia il tratto pianeggiante lasciamo la strada per immetterci, sulla nostra destra, su un sentiero che passa vicinissimo alle innumerevoli emergenze naturalistiche, ambientali ed antropiche presenti lungo questo breve percorso. Alla fine si raggiungerà nuovamente la strada-sentiero che si percorrerà tutta nei suoi ultimi 2 Km, rivedendo da poco più sotto ciò che abbiamo visto da vicino e ciò che abbiamo potuto toccare con mano.
Timpa delle Murge è un piccolissimo pezzettino di vulcano sottomarino che eruttò nel fondo del Mar di Tetide. Oggi, la parte composta dai cuscini di lava si trova a 1.350 m sul livello del mare, sopra la frazione Casa del Conte diTerranova di Pollino. Appena si giunge nella valle di Casa del Conte è visibile in alto a destra color caffè.
Vi potremmo salire in macchina, o in mountain bike o a cavallo su una strada non asfaltata e non sempre facilmente transitabile. Per noi è molto meglio a piedi. La salita inizia dalla fontana Murge, non è impegnativa e ci permette di godere del variare del paesaggio man mano che saliamo.
All'inizio della salita si godono i tanti casolari circondati dai seminativi di Casa del Conte, tutta protetta da stupendi boschi ricchi di: vari tipi di querce, faggi e faggi insieme ad abeti bianchi, pioppi tremoli, diversi tipi di aceri e di sorbi, maggiociondoli, e molti altri. Sulle creste di Serra delle Porticelle e di Serra di Crispogli spettacolariPini Loricati.Questi boschi sono abitati da troppi cinghiali,qualchecervo, lupi,tassi, qualche capriolo,volpi,scoiattoli meridionali, lepri, pochissimi istrici, pochi picchi nerie tanti altri animali selvatici.
In alto nel cielo volteggiano corvi imperiali, il falco pellegrino e altri falchi più piccoli e non è impossibile anche l'aquila reale.
In fondo nella valle scorre ilTorrente Sarmentoche si ficca nelleGole della Garavina.
Man mano che saliamo osserviamo sempre di più i monti che circondano questa valle. Quasi senza accorgercene siamo giunti ai piedi di Timpa delle Murge. Qui lasciamo la strada e imbocchiamo un sentiero. Tantissima ghiaia color caffè, tanti cuscini di lava che si sono sgretolati per le fortiescursioni termiche. Non troppo più in alto, sulla nostra destra appaiono sempre più evidenti i cumuli di cuscini di lava. Sono durissimi, ammucchiati l'uno sull'altro.
Siamo giunti in mezzo a grossi massi formati da ghiaia di cuscini cementata da calcite che si innalzano verso il cielo. Siamo allaTana delle Volpi. A fianco alcuni cerchi di agrifogli ci mostrano tante cose fra cui come pian piano un prato viene trasformato in boschetto, nonostante il brucare delle pecoree delle capre.
Un'altra piccola salita e sulla nostra sinistra potremo toccare con le nostre mani dei cuscini di lava freddi e durissimi. Ci colpiranno degli strati di roccia colorata di rosso e verde. Sonoradiolariti, si sono formate nel fondo del Mar di Tetide ad oltre 5.000 m di profondità per il depositarsi dei gusci silicei dei radiolari.
Camminiamo un altro poco e siamo sul cumulo dei cuscini di lava.
La visione della valle di Casa del Conte è completa.
Tanti monti, da sinistra verso destra: Timpone Balsamano, in lontananza Timpone Rotondella, segueManca del Palo, sotto le Gole della Garavina,sopra le due cime della Falconara eTuppo Vuturo (Tuppo dell'Avvoltoio), dietro c'è l'immensaTimpa San Lorenzo e la lunga cresta che congiunge ilMonte Moschereto (poco sopra Civita CS) con la cima di Serra Dolcedorme, più avanti Serra delle Ciavole, la Grande Porta del Pollino eSerra di Crispo proprio in cima alla valle, dietro ilMonte Pollino e Serra del Prete. Sotto Serra di Crispo laValle dell'Orso eTimpa e Pietra Castello.
Da sopra il cumulo dei cuscini di lava si ha una visione d'insieme straordinaria anche delle zone ove siamo passati poco prima.
Vediamo i grandi massi di ghiaia di cuscini cementati da calcite. Da qui non vediamo la loro superficie ricoperta da tanti tipi di licheni, non vediamo lepiccole cavità con del muschio, alcuni tipi di felci, alcuni tipi dipiantine grasse ed erbe e fiori. Ma sappiamo che ci sono perchè li abbiamo visti poco prima.
Per questo potremo comprendere meglio quanto sia più grande e complesso il mondo che ci circonda.
Quanto sia straordinaria e diversissima la vita sulla Terra.
Le forme, i colori, il paesaggio, la vita degli animali e un poco anche quella degli uomini, tutto nel suo continuo variare ha qui a Timpa delle Murge la sua massima espressione. Ma lo spettacolo di questa Timpa non finisce con queste visioni, con queste comprensioni, con le straordinarie sensazioni di toccare con le proprie mani i cuscini di lava. Ci sono ancora infiniti colori, infinite forme, infiniti profumi e i tanti cerchi di agrifoglio che con gli animaletti e i fiori che ospitano e con le loro bacche rosse d'inverno ci fanno vivere più a lungo il natale.
Timpa delle Murge:
“Lembi di fuoco
esplosi dal grembo della Terra,
solidificati dal mare,
straziati, metamorfosati,
scrigni di vita passata,
erosi dal vento.
Cuscini di lava,
contorti,
ricoperti di licheni.
Muschi, rose canine,
cattedrali d'agrifoglio.
Aspre montagne gelide di vento
come il mio viso.
Ancora lo stupore della giovinezza!”
(Professoressa Maria A. M.)
BUONA SCUOLA E... ARRIVEDERCI IN VAL SARMENTO.
Dottor Domenico BRUNO
Guida Ufficiale ed Operatore di
Educazione Ambientale del
Parco Nazionale del Pollino
Via Dante, 18
85030 - TERRANOVA DI POLLINO PZ